domenica 24 febbraio 2008

Passeggiata da ricordare

Partenza: parcheggio dell'albergo Bruchele/Ponticello (1491 m). Da Bressanone/Brixen si percorre la strada della Val Pusteria seguendo le indicazioni per San Candido/Innichen (ad un certo punto si arriva ad una rotonda e si imbocca la strada con indicazione per San Candido ed il centro di Monguelfo). Passato il paese di Monguelfo/Welsberg (non si passa in mezzo al paese ma si continua sulla statale), prima di arrivare a Villabassa/Niederdorf, si gira a destra seguendo l'indicazione per il Lago di Braies/Prags. Al bivio successivo si gira a sinistra continuando fino ad arrivare a Ponticello (attenzione perché l'albergo Bruckele si trova sulla sinistra ed è nascosto dal parcheggio).
Arrivo: Prato Piazza/Platzwiese - Rifugio Vallandro/Durrenstein (2040 m)
Dislivello: 549 m
Tempo complessivo: 4 ore circa

Escursione: La partenza è stata un po' preoccupante poiché nel parcheggio erano presenti un gran numero di macchine... pensavamo quasi di essere arrivati a Rimini durante l'alta stagione. Invece la passeggiata si è rivelata tranquilla e molto rilassante. Dal parcheggio abbiamo seguito, per circa 200 m, la strada asfaltata che porta fino a Prato Piazza (dove ci sono due alberghi aperti anche d'inverno, il Prato Piazza e il Croda Rossa). Per evitare di dover camminare scomodamente sull'asfalto, abbiamo poi imboccato un ampio sentiero sulla sinistra (il numero 37) assai frequentato da turisti con slittini. Dopo circa 15 minuti di cammino siamo arrivati ad un bivio ed abbiamo svoltato a destra verso la malga Stolla (sentiero numero 18). Da questo punto in poi il percorso è meraviglioso e solitario... si sale gradualmente in una valletta (passato un ponticello si segue il sentiero sulla destra) fino ad arrivare alla caratteristica malga Stolla e, poco dopo, si attraversa, in uno scenario molto suggestivo, il pianoro di Prato Piazza. Il titolo di questo post non è stato scelto a caso! Dalla malga Stolla si può arrivare (in circa 4 ore) al Rifugio Biella, un rifugio che abbiamo adocchiato già da qualche anno ma che non abbiamo mai avuto il piacere di visitare. Così, ci siamo ripromessi di ritornare in estate e, per non dimenticarci del posto, abbiamo fatto anche qualche foto ai cartelli segnaletici (il papà Franco qualche volta ha la memoria corta e così io, Silvia, devo ricordargli sempre tutto! ;) ). Per arrivare al Rifugio Vallandro abbiamo attraversato le piste da fondo e devo dire che sembravamo dei veri e propri sciatori... eh sì, perché eravamo i soli in tutto il pianoro. Il pranzo è stato ottimo. Munitevi di pazienza poiché il rifugio è affollato e la cameriera che prende le ordinazioni è lenta (al contrario della cucina e della signora che serve ai tavoli... sono molto bravi e veloci). Siccome eravamo proprio affamati, abbiamo cominciato con uno stupendo piatto di affettati (speck, lucanica e salame) e formaggi con pane tirolese. Poi, io ho mangiato un tris di canederli mentre Franco e Paolo il piatto di maccheroni della casa (meravigliosi... erano anche un po' piccanti). Io e Paolo avremmo voluto assaggiare le patate rostite che continuavano a passare davanti al nostro tavolo ma eravamo tutti troppo pieni per osare. Per chiudere in bellezza abbiamo ordinato un buonissimo strudel di mele ed il caffè. Il ritorno, per lo stesso percorso dell'andata (se volete cambiare si può seguire il sentiero numero 37), è stato piacevole poiché il sole, che tramontava, rendeva il paesaggio sempre più emozionante.


domenica 17 febbraio 2008

Un panorama entusiasmante

Partenza: da Bressanone/Brixen si prende la statale della Val Pusteria; a Rio di Pusteria/Muhlbach si svolta a destra seguendo le indicazioni per l'Alpe di Rodengo fino ad arrivare al parcheggio Zumis (1725 m).
Arrivo: Cima Lasta/Astjoch (2196 m)
Dislivello: 471 m
Tempo complessivo: 4 ore e 30 minuti circa

Escursione: Per riprenderci dalla difficile settimana appena trascorsa, abbiamo pensato ad una rilassante passeggiata (culinaria) sull'Alpe di Rondegno. Siamo partiti dal parcheggio Zumis verso le 10:40 ed, un po' infreddoliti (la mattina ed il tardo pomeriggio il vento si fa spesso sentire), abbiamo imboccato l'ampia strada forestale che attraversa l'altopiano in lieve pendenza. Nemmeno il tempo di scaldarci ed in circa 30 minuti di cammino siamo arrivati al primo dei tre rifugi presenti sul percorso, il Ronerhutte (1832 m). Questo rifugio è perfetto per fare colazione! Solitamente, il papà Franco si beve un bel bianchetto ed io, Silvia, mi gusto quello che, secondo me, è il più buono strudel di tutto il Trentino Alto Adige... sarà la gustosa pasta frolla, saranno le mele tagliate fine fine o il delicato sapore di cannella... ma è davvero delizioso. Questa volta, però, dopo aver fatto le foto di rito, lo abbiamo salutato da lontano ed abbiamo continuato a camminare. L'altopiano è stupendo... i masi vicino alla strada ed alcune panchine permettono qualche sosta per ammirare il paesaggio. In circa 1 ora abbiamo raggiunto il Rastnerhutte (1930 m, attenzione alle indicazioni poiché è nascosto), un rifugio molto grande ma, siccome si mangia molto bene, sempre affollato. Noi abbiamo preferito fermarci subito a mangiare e continuare nel pomeriggio la nostra passeggiata. Anche se l'intenzione era quella di non abbuffarci, abbiamo ordinato una grandissima bistecca alla milanese (purtroppo di contorno non c'erano le solite buonissime patate rostite ma quelle fritte) ed il super piatto di maccheroni alla pastora (uno dei migliori che si possono assaggiare). Attorno a noi i camerieri portavano ai tavoli canederli di speck ed al formaggio, yogurt con i frutti di bosco, strudel alla ricotta... una tortura! Finito il pranzo, per il dessert ci siamo diretti verso lo Starfkenfeldhutte (1936 m, a soli 10 minuti dal precedente rifugio), dato che l'anno scorso avevamo mangiato una specie di krapfen con la marmellata squisito (munitevi di pazienza poiché anche questo è molto affollato e si deve aspettare un po'). Quando abbiamo visto che c'era troppa gente, abbiamo preferito procedere fino alla grande croce sulla Cima Lasta che è raggiungibile in poco più di 45 minuti (il sentiero è quello davanti al rifugio e dopo poco comincia a farsi un pochino più impegnativo, ma ne vale la pena). La giornata era splendida e man mano che salivamo il panorama era sempre più entusiasmante. Dopo qualche foto ci siamo incamminati con molta calma sulla via di ritorno. Visto che avevamo ancora il dessert in sospeso, ci siamo fermati al Ronerhutte per mangiare lo strudel di mele ed un buonissimo strudel ai semi di papavero. In questa escursione non abbiamo usato le ciaspole poiché la strada è ben battuta... ma, per chi ha voglia di ciaspolare, c'è la possibilità di fare fuori pista in tutta sicurezza.


domenica 10 febbraio 2008

Cielo blu in Val Badia

Partenza: da San Vigilio di Marebbe/Plan de Mareo, in Val Badia, si arriva in macchina fino al grande parcheggio del Rifugio Pederù (1548 m). Per chi parte da Trento, il paese di San Vigilio di Marebbe è facilmente raggiungibile da Bressanone seguendo la strada della Val Pusteria ed imboccando poi la statale della Val Badia fino alla frazione di Longega/Zwischenwasser, dove si gira a sinistra.
Arrivo: Rifugio Lavarella e Rifugio Fanes (2050 m circa)
Dislivello: 500 m circa
Tempo complessivo: 4 ore

Escursione: Mentre arrivavamo al parcheggio del Rifugio Pederù i vetri della macchina si erano completamente ghiacciati... erano 11 gradi sotto zero! Ci siamo vestiti il più rapidamente possibile ed io (Silvia), Lucia, Prisca, Marco, Paolo e Franco ci siamo incamminati, sotto un'arietta gelida, seguendo le indicazioni degli utilissimi cartelli dopo il parcheggio (dico utilissimi perché erano indicati: il percorso, il tempo ed i rifugi aperti). La strada che arriva ai rifugi Lavarella e Fanes è molto comoda ed in leggera salita, l'unico difetto è che ogni tanto passa qualche gatto o motoslitta che accompagna turisti pigri e trasporta slitte (probabilmente si possono noleggiare ai rifugi poiché la strada è una fantastica pista per slittini). Man mano che ci inoltravamo nella valletta in fondo alla quale sono situati i rifugi, il sole cominciava a riscaldarci, il cielo diventava sempre più blu (peccato che le foto non rendano bene l'idea) ed il panorama era tale da mozzare il fiato. Nulla ci avrebbe fermato dal fare le nostre foto artistiche! In circa due ore siamo arrivati al Rifugio Lavarella, dove ci siamo fermati a mangiare. Il pranzo è stato buono, io ho ordinato una bistecca ai ferri con patate rostite, Paolo e Marco il super piatto dell'alpinista, Franco e Prisca il piatto di uova, speck, patate e formaggio, e Lucia un enorme kaisersmarren. Come dolce abbiamo ordinato la crostata alle noci e mirtilli, torta di grano saraceno ed una strana mousse di mele e panna montata (che in realtà era una mega porzione di mele cotte). Lo scorso autunno, io ed il papà Franco, eravamo arrivati ai rifugi partendo dalla Capanna Alpina (San Cassiano - Valparola) e ci eravamo fermati a mangiare al Rifugio Fanes. Non saprei dire in quale dei due rifugi si mangia meglio... si devono provare entrambi ;) ! In questa escursione le ciaspole non sono indispensabili ma possono aiutare, inoltre permettono di fare un pò di fuori pista... come abbiamo fatto noi al ritorno.


domenica 3 febbraio 2008

In avanscoperta

Partenza: altipiano di Spinga/Spinges. Da Bressanone/Brixen si segue la strada per la Val Pusteria e, poco dopo, si gira a destra per Spinges (attenzione alle indicazioni). Raggiunto l'altipiano, prima del paese, si gira a sinistra e si prosegue fino ad arrivare ad un parcheggio con una grande croce sulla destra.
Arrivo: Anratterhutte (1814 m)
Dislivello: 467 m
Tempo complessivo: 4 ore

Escursione: Questa mattina io, Silvia, e il papà Franco ci siamo svegliati con l'intenzione di scovare qualche emozionante escursione e prendere nuovi spunti per le domeniche della stagione primaverile. Ma, partiti da casa, non ci saremmo mai aspettati di trovare un posto così bello e vivere una giornata piena di sorprese! Arrivati al parcheggio, dove c'erano soltanto tre macchine, il freddo si è fatto subito sentire, ma, imperterriti, abbiamo caricato le ciaspole sullo zaino, sistemato i bastoncini ed imboccato la comodissima strada forestale che conduce alla Anratterhutte senza troppa fatica. Lungo il primo tratto del percorso, un soffice manto di neve fresca ricopriva uno spesso strato di ghiaccio, perciò abbiamo dovuto fare molta attenzione. Per circa due ore abbiamo camminato lungo una strada solitaria ed immersa nella natura, osservando moltissime orme di animali e di tanto in tanto caratteristiche baite. Ad un certo punto, da lontano, abbiamo intravisto delle figure colorate che si muovevano freneticamente. Non ci abbiamo messo molto a capire che la malga alla quale eravamo diretti era situata vicino ad un impianto sciistico e, data l'ora di pranzo, gli sciatori si apprestavano a cercare un tavolo per il pasto. All'inizio ci siamo un po' spaventati poiché non sapevamo se avremmo trovato posto e che cosa, o meglio come, avremmo mangiato. Ma una volta seduti al tavolo (i tavolini all'aperto sono sempre occupati dagli sciatori ma all'interno il posto non manca) e visto i piatti che passavano, non sto a dire la nostra felicità. Per di più, quando abbiamo aperto il menù siamo rimasti estasiati... mai visto un menù così ricco di piatti (c'erano cinque tipi diversi di tris, stinco, gulash, milanese e chi più né ha più né metta). Dopo aver mangiato il tris numero 469 ed un piatto di maccheroni della casa, abbiamo ordinato il super mega tris di strudel (con le mele, la ricotta ed i semi di papavero) ed il mitico bombardino (caffè, rum, vov e panna montata). Una cosa ci è mancata: il grandissimo, stranissimo ed in apparenza gustosissimo dolce che abbiamo visto portare ad i nostri vicini di tavolo (sarà per la prossima volta). Terminato il pranzo, volevamo tornare alla macchina seguendo il percorso delle malghe per il nordic walkig, uno dei tanti che ci sono sull'altipiano. Sfortunatamente abbiamo dovuto rinunciare, poiché il sentiero era affollato di sciatori che facevano fuoripista e si doveva attraversare una pista (ma ci siamo ripromessi di tornare una volta sciolta la neve). Il ritorno, con le ciaspole, è stato molto rilassante nonostante il ghiaccio e la gita è finita con la visita al paesino di Spinges ed alla sua chiesetta, la Cappella del Santo Sepolcro (merita davvero una visita).