domenica 25 maggio 2008

I colori della primavera

Partenza: parcheggio del paese di Soprabolzano/Oberbozen (1220 m). In particolare, una volta arrivati in paese (provenendo da Bolzano) si continua dritto fino ad arrivare ad una fontana. Qui si gira a destra dove, a lato della strada, ci sono i posti auto del parcheggio. A Soprabolzano si può arrivare anche comodamente in funivia dal centro di Bolzano nei pressi della stazione. Inoltre, poiché ci sono innumerevoli sentieri se volete provare questa escursione vi consiglio di munirvi sia di una cartina professionale sia di quella disponibile alla stazione del trenino o alla cassa della funivia di Soprabolzano.
Arrivo: gastof Bango Dolce/Bad Siess (1434 m)
Dislivello: 200 m
Tempo complessivo: 4 ore circa

Escursione: mentre passeggiavamo sull'altipiano del Renon, io ed il papà Franco, ci siamo detti che il commento di questa escursione doveva essere fatto il più presto possibile. Questo perchè ci siamo tenuti a mente un sacco di (nuovi) sentieri e non potevamo correre il rischio di dimenticarli. Invece, dopo più di un mese, eccoci qui a cercare di ricordare il bellissimo percorso. Siamo partiti seguendo le indicazioni per Vanga/Wangen del cartello segnaletico posto vicino alla fontana vicino al parcheggio. Inizialmente il sentiero passa in mezzo alle case ed è importante stare attenti ai segnali dipinti sui muri. In particolare è necessario seguire il sentiero numero 2 (prima a sinistra e poi a destra), il sentiero numero 16, le indicazioni per Riggermoos, Auf der Tann e (nelle vicinanze del grande e nuovissimo Albergo Tann) Bad Siess. Durante il percorso si passa vicino ad alcuni masi molto belli come il Moserhof, il quale ha un menù davvero invitante... peccato si pranzi soltanto una volta al giorno! Siccome la giornata era molto soleggiata abbiamo potuto ammirare la bellezza della primavera: verdissimi prati, coloratissimi fiori e moltissimi animali da pascolo (cavalli, pecore rigorosamente nere, mucche e lama). Una volta arrivati al gastof Bagno Dolce, abbiamo visitato la piccolissima e caratteristica chiesetta vicino al maso e ci siamo accomodati nella meravigliosa terrazza dalla quale si può godere di una stupenda vista dello Sciliar. Per pranzo abbiamo ordinato una bistecca con le patate rostite ed un piattone di grostel, entrambi gustosissimi. Non ancora sazi ci siamo fatti elencare i dolci della casa: strudel di mele, strudel di ricotta, canederli dolci con fragole o albicocche. Siccome non potevamo certo mangiare tutto... ci siamo limitati ad assaporare lo strudel di ricotta ed i canederli di fragola. Felici e con la pancia piena abbiamo ripreso a camminare sul sentiero 3A verso Maria Saal dove si passa non lontano da un piccolo e grazioso gastof (si mangia benissimo e si paga pochissimo... purtroppo non mi ricordo il nome). Da qui, abbiamo continuato su un bellissimo sentiero che permette di vedere le famosissime Piramidi di terra e conduce verso Longomoso/Lengmoos e poi a Collalbo/Kolbenstein. Qui abbiamo preso il vecchio trenino per ritornare in circa 15 minuti a Soprabolzano (mi sembra di ricordare che passa ogni ora). Vorrei ricordare che per salire sul treno con cani di piccola taglia non è obbligatorio avere la museruola (qualche anno fa un controllore fin troppo pignolo aveva fatto qualche storia per il nostro cagnolino di 5 kg che nessuno aveva notato fino a quel momento).


domenica 18 maggio 2008

Per i masi di Laces

Partenza: si percorre la statale che da Bolzano/Bozen va a Merano/Meran e si procede seguendo la statale della Val Venosta fino al paese di Laces/Latsch (639 m). Superato il paese di Castelbello/Kastelbell si arriva ad una grande rotonda dove si gira a sinistra. Passato un piccolo ponte, sul lato destro della strada, si trova il parcheggio della funivia di Laces che porta al paese di San Martino/St. Martin (1740 m) punto di partenza dell'escursione (è possibile salire anche a piedi ma la strada è molto lunga).
Arrivo: Dolomitenblick, Maso Platztair (1650 m), Maso Platz (1225 m)
Dislivello: in salita 150 m circa ed in discesa 1100 m
Tempo complessivo: 4 ore circa

Escursione: Anche se piove, fiocca o tira vento... la domenica si deve partire! Perciò, nonostante le previsioni meteo non fossero dalla nostra, siamo partiti. Meta del giorno: sconosciuta! Per fortuna, dopo qualche battibecco, al papà Franco è venuto un lampo di genio (...chissà quando ricapiterà ancora ;) ): la funivia di Laces! L'avevamo notata una domenica di qualche anno fa, al ritorno da una gita in Val Martello mentre eravamo incolonnati ed alla disperata ricerca di un distributore di benzina. Arrivati alla stazione a valle abbiamo dovuto aspettare qualche minuto perché ci fosse un numero sufficiente di persone per far partire la funivia. Intanto, per non perdere tempo, abbiamo studiato i sentieri sulla piccolissima cartina dei percorsi di Laces (disponibile gratuitamente alla cassa... ma consiglio una cartina in regola). Mentre la funivia si alzava di quota il tempo peggiorava... eravamo immersi in un fitto nebbione, tanto che, arrivati alla stazione a monte, non siamo riusciti a vedere granché del grazioso paese di San Martino (ci sono circa 100 anime ed i suoi masi sono antichi ma ancora vissuti come in tutta la zona). Siccome scendeva qualche gocciolina di pioggia abbiamo indossato la ventina, sistemato l'indispensabile coprizaino ed imboccato il sentiero con indicazione Dolomitenblick (sulla cartina dei percorsi di Laces è il numero 6 ed il numero 8A) dove avremmo dovuto avere una meravigliosa vista sulle Dolomini (devo sottolineare che prato e panchine mi sono sembrati perfetti per una grigliata... sarà stata la fame). Da qui siamo tornati indietro per circa 10 minuti ed abbiamo preso il sentiero sulla sinistra (numero 8A con indicazione Platztair) che passa dapprima nel bosco e poi su una strada asfaltata per un brevissimo tratto fino al maso Platztair. Nei pressi del maso ci è venuto in contro, facendo l'indiano, il cane padrone di casa che ha abbaiato al papà Franco... non so se per salutarci o metterci in guardia. Siccome la pioggia cominciava a farsi fitta fitta abbiamo deciso di fermarci a mangiare. Così una ragazza molto giovane e gentile ci ha fatto accomodare in una saletta che, molto probabilmente, è il salotto della numerosa famiglia che vive lì e che gestisce il maso. Abbiamo ordinato subito un bel piattone di speck e formaggio entrambi buonissimi e dei canederli che avevano il sapore dei veri canederli tirolesi fatti in casa. Per finire ci siamo gustati (questa è proprio la parola giusta) una torta con fragole ed ananas fatta in casa dalla mamma della ragazza... un ottima cuoca davvero. Ripreso il viaggio sotto la pioggia (abbiamo dovuto indossare il poncho per non bagnare i pantaloni) abbiamo imboccato il sentiero sopra il maso che porta verso il Trumsberg (numeri 8 e 2, nei pressi di una piccola chiesetta si può girare a destra per tagliare un tratto della strada asfaltata). Al maso Platz siamo stati accolti da un cagnolino molto affettuoso, abbiamo scambiato quattro chiacchere con la gentile gestrice e la sua bambina e bevuto una dissetante limonata ed un caffè. Inoltre, abbiamo visitato una chiesetta del 1600 che è situata in un posto meraviglioso. E' talmente bello che sicuramente ritorneremo a trovare la signora. Da qui abbiamo continuato sul sentiero 8 ed in circa 40 minuti siamo arrivati alla macchina soddisfattissimi per la bella giornata.

domenica 11 maggio 2008

Nel paese delle meraviglie!

Partenza: si percorre la statale che da Bolzano/Bozen va a Merano/Meran e si esce a Merano Sud seguendo le indicazioni per il paese di Schenna. In paese si gira a destra seguendo la segnaletica marrone per la funivia Taser fino ad arrivare al parcheggio della stazione a valle (Pichler, 820 m). Qui si sale, a piedi o con la funivia, a Taser (1450 m) il punto di partenza dell' escursione (crediamo si possa salire anche in macchina ma non conosciamo la strada).
Arrivo: Rifugio Picco Ivigna/Ifinger Hutte (1815 m), croce situata sopra il rifugio, maso Egger (1505 m) e maso Shnugger (1353 m)
Dislivello: in salita da Taser a Rifugio Picco Ivigna 365 m e fino alla croce 300 m circa. In discesa dal Rifugio Picco Ivigna a Pichler 995 m
Tempo complessivo: 4 ore e 30 minuti

Escursione: il titolo di questo post è proprio azzeccato... sia il paese di Schenna che l'intera escursione sono una vera e propria meraviglia! Anche se ce la siamo presa comoda partendo da casa verso le 8 e fermandoci a mangiare la brioches in uno dei nostri autogrill preferiti (quello che si trova dopo la galleria della superstrada Bolzano-Merano), siamo riusciti a prendere la funivia delle 10 (se ci sono abbastanza persone ad aspettare, la funivia parte molto spesso e non solo ogni mezzora). La stazione a monte si trova a Taser, un paesino piccolissimo dove ci sono poche case (crediamo siano tutti alberghi o residence) e una graziosa chiesetta. (Quello che ha colpito me, Silvia, ed il papà Franco è stata la Familien Alm. Una malga in cui è possibile pernottare e fare trattamenti di bellezza e benessere come sauna, bagni di fieno e chi più ne ha più ne metta. Inoltre c'è un bel parco giochi per i bambini. Beh, devo ammettere che noi abbiamo pensato subito a chissà come si mangia bene!) Dopo aver preso la cartina gratuita dei sentieri di Taser (basta richiederla alla cassa) ci siamo incamminati sul sentiero numero 18A ed in circa 1 ora e 15 minuti siamo arrivati al caratteristico Rifugio Picco Ivigna. Come si vede dalle foto, è un rifugio molto curato ed i gestori sono simpatici e gentili (soprattutto Celine, la piccola cameriera che ci ha serviti). Poiché era molto presto per mangiare, siamo andati a fare quattro passi seguendo il sentiero 18 verso una piccola chiesetta, alla quale però non siamo potuti arrivare per la troppa neve. Così, ci siamo diretti alla croce che si trova sulla collina dietro al rifugio (dove non c'era neve) ed abbiamo visto un camoscio correre veloce sul prato... bellissimo! Ritornati al Rifugio Picco Ivigna ci siamo divorati una squisita omelette con prosciutto e formaggio ed un ottimo e delicatissimo piattone di gulash con canederli... si mangia davvero bene! Come spesso accade, anche questa volta abbiamo dovuto allungare il giro (vale a dire ritorno a piedi e non in funivia) per poter smaltire le calorie del pranzo... ma è stato un piacere farlo. Così abbiamo imboccato il sentiero 18 fino al maso Egger. Da qui si imbocca la stradina sulla sinistra seguendo le indicazioni per Schnugger e, dopo circa 20 metri, si prende un sentiero sulla sinistra (per tagliare la strada). Arrivati alla Schnugger si deve fare un po' di attenzione (chiedete ai gestori per sicurezza) e seguire il sentiero con l'erbetta verde a destra della malga. Poi si continua seguendo i cartelli con indicazioni per Jagerrast e poi per Pichler (qui la guida dei sentieri di Taser è molto utile). Prima di tornare a casa siamo andati a visitare il paese di Schenna, in particolare il mausoleo e la chiesetta vicino, con il curatissimo cimitero pieno di stupendi fiori colorati.

domenica 4 maggio 2008

Come dei veri sciatori...

Partenza: parcheggio di Maso Corto/Kurzras (2014 m) in Val Senales/Schnalstal. Da Merano/Meran si percorre la statale della Val Venosta fino ad un bivio con indicazione Val Senales dove si svolta a destra e si continua sempre dritto fino al parcheggio.
Arrivo: Rifugio Bellavista/Schone Aussicht Hütte (2842 m)
Dislivello: 828 m
Tempo complessivo: 4 ore circa

Escursione (commentata da Paolo): Per chi vuole praticare lo sci con le racchette da neve, questa è la gita ideale. Una volta parcheggiato a Maso Corto e calzato le indispensabili ciaspole, si imbocca, a destra della strada, la seconda pista da sci e si procede lungo il pendio (che abbiamo scoperto essere decisamente ripido). Con una certa invidia per gli sciatori che sfrecciavano vicino a noi (a proposito vi ricordo di restare al margine della pista) e godendoci il panorama mozzafiato della Val Senales, siamo giunti alla tappa intermedia, una piccala baita sulla biforcazione della pista nelle vicinanze dell'arrivo della funivia. Qui ci siamo fermati per riprendere fiato, bere qualcosa e chiedere indicazioni. Una volta ristorati, ci siamo incamminati lungo il troncone destro della pista, entrando in una piccola valletta laterale. Da qui al Rifugio Bellavista manca ancora 1 ora e 30 minuti. La strada che si presenta inizialmente pianeggiante, inizia ad inerpicarsi sempre più costeggiando la roccia, per poi sfociare in uno stucchevole altipiano fra i monti. Ed ecco, finalmente, che sulla sinistra, il rifugio si mostra al nostro sguardo ...ma è ancora lontano! Ci separano, infatti, ancora 20 minuti di marcia. Ma alla fine la fatica è ricompensata! Il rifugio si trova in una posizione strategica, con una vista fantastica sul panorama della Valle. Tuttavia la fame ha avuto il sopravvento costringendoci ad entrare. Il cibo era buono, Silvia ha ordinato un piatto di minestrone, mentre io le lasagne, ma la pietanza più buona è stata scelta da Franco: costine, davvero deliziose. Per concludere non potevano che gustarci due pezzi di strudel (uno con semi di papavero e l'altro con mele) ricoperti di crema alla vaniglia! Ora, però, viene il bello, ovvero scendere con le "ciaspole" sulla pista da sci e con la neve marcia. Il divertimento è assicurato... ed anche le cadute! Per concludere l'escursione nella Val Senales, sulla via del ritorno, ci siamo fermati a visitare l'incantevole Santuario di Madonna di Senales.



giovedì 1 maggio 2008

...ma dai per do gozze!

Partenza: parcheggio di Lavina Bianca/Weisslahnbad (1175 m). Superato il paese di Tires/Tiers si percorre la statale verso il Passo Nigra fino ad un bivio (seguire le indicazioni per Lavina Bianca) dove si svolta a sinistra imboccando la stradina in forte pendenza sulla destra. Si continua sempre dritto fino ad arrivare ad un grande parcheggio, punto di partenza per molte escursioni.
Arrivo: Rifugio Monte Cavone/Tschafon Hutte (1737 m, aperto fino a inizio novembre), Albergo Schoenblick (1280 m) e Cappella di St. Sebastian/San Sebastiano
Dislivello: 600 m circa
Tempo di percorrenza: 4 ore e 30 circa

Escursione: Siamo arrivati al parcheggio di Lavina Bianca con un tempo da lupi... infatti pioveva a catinelle e il freddo si faceva sentire. Ma noi (Silvia, Franco e Paolo) non ci siamo fatti spaventare e, indossato il poncho, siamo partiti alla volta del Rifugio Monte Cavone seguendo le segnalazioni. Inizialmente si percorre una comoda strada forestale e, quando la pendenza si fa più dura, è consigliabile seguire il sentiero che passa in mezzo al bosco (anche per godere a pieno dei meravigliosi colori della montagna). In circa 1 ora e 30 minuti siamo arrivati al rifugio (senza incontrare anima viva) e, siccome era troppo presto per mangiare, siamo andati a fare quattro passi verso il Monte Cavone/Tschafon. Il pranzo è stato il momento principale della giornata! Dopo un delizioso antipasto con formaggio e speck (e che speck!!), io, Silvia, ho mangiato uno dei piatti di uova, speck e patate più gustosi che abbia mai assaggiato (tutto merito del saporitissimo speck tagliato fino fino)! Inoltre ho diviso il mio piatto con Paolo che ha ordinato un'ottima omelett al formaggio e spinaci. Invece il papà Franco ha mangiato un bel piatto di gulash con canederli che non ha diviso con nessuno... il solito ingordo ;). Siccome al nostro arrivo avevamo visto lo strudel appena sfornato dalla cuoca del rifugio, non siamo riusciti a trattenerci e così ci siamo letteralmente divorati anche quello. Dato che avevamo mangiato per un esercito intero abbiamo dovuto allungare la strada del ritorno per smaltire un po' di calorie. Così abbiamo seguito il sentiero numero 4a (quello che va verso la Hoferalpl e la Tuffalm) per circa mezzora e poi il sentiero 7 fino alla Shoenblick (fino a qui le indicazioni sono molto precise, poi invece bisogna stare più attenti). Da qui si prende il sentiero verso sinistra che passa in mezzo al bosco e, al bivio successivo, si continua sul sentiero numero 4. Durante la strada si può fare una breve deviazione per vedere la Cappella di San Sebastiano che è stata eretta nel 1635 in ricordo della peste del 1630 e consacrata ai SS Sebastiano e Rocco. Qui consigliamo di tornare sul vecchio sentiero e di continuare seguendo il numero 4. Noi, invece, siamo stati un po' pigri ed abbiamo seguito il sentiero a sinistra della Cappella. Così facendo ci siamo quasi persi... dico quasi perché io Silvia avevo tutto sotto controllo (e, questa volta, anche il papà Franco che ci ha condotti in mezzo al bosco fino al sentiero corretto). Siamo stati davvero fortunati perché durante il pomeriggio le nuvole sono sparite ed è uscito un sole più splendente che mai.