domenica 10 agosto 2008

Un sentiero sbagliato

Partenza: Lago di Braies/Pragser Wildsee (1485 m). Da Bressanone/Brixen si percorre la strada della Val Pusteria seguendo le indicazioni per San Candido/Innichen. Prima del paese di Villabassa/Niederdorf, si gira a destra seguendo le indicazioni per il Lago di Braies/Prags.
Arrivo: Grunwaldalm (1595 m), Ladgo di Braies/Pragser (1485 m), sella Porta sora Forn (2388 m), Rifugio Biella/Seekofelhutte (2327 m), Forcella di Cocadain (2332 m) e Laghetto del Giavo/Seebelsee (2026 m)
Termpo complessivo: 7 ore (6 ore se si salta la Grunwaldalm)
Dislivello: 1000 m circa

Escursione: Per questa domenica gli Amici della Montagna di Martignano avevano in programma una gita molto interessante: l'attraversata con partenza dal Lago di Braies, visita ai rifugi Biella e Sennes ed arrivo al Rifugio Pederù. Poiché in inverno avevamo cercato di raggiungere il Rifugio Biella un paio di volte senza mai riuscirci, abbiamo pensato che questa poteva essere la volta buona per vederlo. L'idea era quella di partire dal lago, accompagnare gli Amici della Montagna fino al Rifugio Biella, salire alla Croda del Becco per gustare il panorama (forze permettendo) e ritornare su un sentiero diverso dall'andata (consigliato su uno dei nostri libri). Così, alle 9:30 eravamo pronti ad inseguire gli Amici della Montagna i cui pullman avevano appena parcheggiato poco distante a noi. Sapevamo che non potevano essere molto lontani, così abbiamo imboccato velocemente il sentiero numero 1 costeggiando il Lago di Braies fino ad un piccolo ponte dove c'è un bivio (attenzione perché non ci sono indicazioni): l'ampia strada forestale sulla destra conduce alla Grunwaldalm, una graziosissima malga immersa in una splendida valletta, ed il sentiero sulla sinistra continua costeggiando il lago e poi si inerpica sulla montagna verso il Biella. Purtroppo, la mancanza di cartelli segnaletici ci ha fatto sbagliare strada (tutta colpa della fretta del papà Franco) facendoci raggiungere, in circa 40 minuti, la malga Grunwaldalm e il gruppetto degli Amici della Montagna del percorso breve, i quali ci hanno informato dell'errore. Da qui siamo tornati indietro ed abbiamo imboccato il sentiero corretto con ben 1 ora di ritardo sulla tabella di marcia!! Dal bivio in poi le indicazioni per arrivare al Rifugio Biella sono molto chiare, inoltre il sentiero permette di ammirare uno stupendo panorama (3 cime di Lavaredo e Marmolada) e non è pericoloso (c'è solo un piccolo tratto con il cordino... ma serve per aiutarsi a salire). In circa 2 ore e 30 minuti dal lago abbiamo raggiunto la sella Porta sora Forn dalla quale in 5 minuti siamo arrivati al Biella (i nostri libri riportavano circa 3 ore di cammino). Poichè erano già le 13:00 ed avevamo 3 ore e mezza di cammino alle spalle abbiamo pensato di fermarci a riposare e rimandare la salita alla Croda del Becco ad un'altra gita (magari partendo dal Rifugio Pederù in Val Badia). Al rifugio abbiamo incontrato gli Amici della Montagna che mangiavano e non abbiamo potuto fare altro che salutarli dato che, quando noi abbiamo iniziato a mangiare, loro ripartivano. Il pranzo è stato discreto anche se certamente non al pari della cucina altoatesina (la gestione è vicentina). Abbiamo ordinato minestrone, polenta funghi e formaggio fuso (il formaggio non assomigliava nemmeno lontanamente a quello che avevo mangiato qualche anno fa al Rifugio Bolzano) ed un piatto di uova speck e patate, il tutto diviso in tre (Silvia, Franco e Paolo). Un consiglio è quello di portare tanta acqua perché l'acqua del rifugio non è potabile (ci è sembrato strano). Da qui, siamo ripartiti seguendo il sentiero numero 28 che inizialmente è pianeggiante e poi risale un crinale roccioso: il regno delle stelle alpine... mai viste così tante! Sul sentiero è necessario fare un po' di attenzione ai segnali bianco-rossi dipinti sui sassi ma è bellissimo poiché si può godere di una vista bellissima sul Lago Grande di Fosse. Arrivati alla forcella di Cocadain, il sentiero 28 piega a sinistra e inizia a scendere su un percorso ad ostacoli... abbiamo saltato tra un sasso e l'altro per un bel tratto di strada (però il sentiero è davvero caratteristico e solitario!). Arrivati ad un bivio abbiamo imboccato il sentiero numero 4 che conduce al, ormai asciutto, Lagetto del Giavo e poi al sentiero dell'andata. Ritornati al lago, sfoderando le ultime forze rimaste in corpo, abbiamo costeggiato la riva destra gustandoci ancora un po' il panorama. Inutile dirvi che la notte abbiamo dormito come i ghiri!!


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